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> Roma: confronto tra LaRouche, Gianni e Tremonti
 
MatteoAdmin
Inviato il: Sabato, 07-Lug-2007, 12:39
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Incontro dell'EIR a Roma il 6 giugno con LaRouche, Giulio Tremonti e Alfonso Gianni.

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Roma, 6 giugno. Da sinistra: Giulio Tremonti, Alfonso Gianni, Andrew Spannaus,
Lyndon LaRouche, Claudio Celani.



Roma: confronto a tre con LaRouche, Gianni e Tremonti

7 giugno 2007 – La visita di Lyndon LaRouche a Roma si è conclusa il 6 giugno con un inedito e straordinario confronto pubblico con altri due economisti-politici: Alfonso Gianni e Giulio Tremonti. In una tavola rotonda organizzata dall'EIR e significativamente intitolata “Il futuro dell'economia: mercatismo o New Deal?”, tenutasi in una sala dell'Hotel Nazionale a Montecitorio, il leader politico americano, il sottosegretario allo sviluppo economico e l'ex superministro dell'economia hanno affrontato il tema della crisi del sistema economico globale e del rilancio dell'economia fisica.

Il punto di riferimento del confronto è stato LaRouche, che ha esposto la sua analisi del crollo del sistema finanziario e la proposta di riorganizzazione dello stesso in un nuovo sistema creditizio che permetta di finanziare grandi progetti di integrazione infrastrutturale del continente eurasiatico. LaRouche ha presentato l'idea della cooperazione internazionale su questi grandi progetti contrapponendola alla politica di guerra dell'amministrazione Bush-Cheney, e come l'opportunità che si presenta per la prima volta nella storia dell'umanità di collegare con un sistema di trasporti terrestri (preferibilmente con la tecnologia Maglev) tutte le masse continentali. Questo sistema sarà competitivo con il trasporto marittimo, e quindi lo sostituirà vantaggiosamente in gran parte. Non si tratta di una visione futuristica in quanto, come LaRouche ha riferito sulla scorta dei suoi recenti colloqui a Mosca, il governo russo ha incorporato nel suo programma il progetto dell'attraversamento stabile dello Stretto di Bering, un sistema di tunnel, ponti e linee ferroviarie moderne, che rappresenta l'anello strategico di questo sistema di collegamento pan-continentale. In un futuro prossimo sarà possibile viaggiare in treno da Città del Capo a Buenos Aires, se le quattro potenze sovrane, Stati Uniti, Russia, India e Cina, concorderanno in tal senso e avvieranno un sistema di trattati internazionali con la partecipazione delle altre nazioni del mondo.

Alfonso Gianni si è detto d'accordo con LaRouche sulla necessità di riformare il sistema monetario e finanziario mondiale, suggerendo un approccio keynesiano corretto ed elencando una serie di aspetti da considerare, come la protezione dei sistemi di welfare europei o l'estensione dei diritti dei lavoratori a quei paesi che oggi esportano prodotti a buon mercato grazie allo sfruttamento della forza lavoro. Anche il tema dell'ambiente, ha detto Gianni, non va sottovalutato. Il sottosegretario di PRC si è detto più scettico su analisi che prevedono il crollo del sistema, forse perché noi marxisti, ha detto, abbiamo sempre previsto il crollo del capitalismo che però non è mai avvenuto.


Giulio Tremonti ha esordito esprimendo apprezzamento per il pensiero di LaRouche che egli ha avuto modo di conoscere sin da quando ha letto le pubblicazioni dell'EIR sul “ponte eurasiatico”. Raramente si incontra un leader politico in grado di poter spaziare con riferimenti alla storia come ha fatto LaRouche stasera, ha detto Tremonti, ed è auspicabile che il dibattito politico in genere presenti più occasioni del genere. Differentemente da Gianni, Tremonti si è detto convinto che, se non un crollo del sistema, sicuramente sotto all'apparente normalità si stanno verificando cambiamenti storici; anche se non si sente in grado di giudicare se il paragone fatto da LaRouche con il crollo del XIV secolo (le banche dei Bardi e dei Peruzzi) sia quello giusto, è certo che i cambiamenti in corso avranno conseguenze profonde per tutto il mondo.
Tremonti ha concluso affermando che l'idea LaRouchiana di un collegamento mondiale infrastrutturale può apparire “la visione di un matto”, ma “anche sulle visioni dei matti cammina la Storia”. Sicuramente, si tratta di idee che vanno diffuse, ha concluso.


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