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> CARLO RUBBIA E L'AMBIENTE, conosciamo meglio Carlo Rubbia
Guest_marco
Inviato il: Mercoledì, 10-Gen-2007, 17:33
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Il presidente: "Ringrazio il governo per la chiarezza delle sue idee"
Critiche allo scienziato: "Le discussioni fra noi non hanno nulla di partitico"
Via Rubbia, l'Enea commissariato
dopo la denuncia del Nobel

di FRANCESCO BEI

ROMA - Aveva chiesto una risposta, voleva sapere se all'Enea dovesse comandare il presidente-scienziato o il Consiglio d'amministrazione nominato dai partiti. E il governo lo ha accontentato. Da ieri sera Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, non è più presidente dell'Enea, l'ente che dovrebbe essere il centro più importante per la ricerca applicata in Italia. Il Consiglio dei ministri, dopo la drammatica accelerazione imposta dallo stesso Rubbia con la lettera aperta pubblicata ieri da Repubblica, gli ha dato il benservito nominando commissario straordinario dell'Enea Luigi Paganetto, docente di Economia a Torvergata.

Il commissariamento è l'epilogo di un lungo braccio di ferro che ha opposto per mesi il presidente al Cda, paralizzando di fatto l'Enea, bloccando le ricerche e facendo perdere all'Italia finanziamenti comunitari per milioni di euro. Un danno gravissimo, dovuto - spiegava Rubbia nella sua lettera - "a una condizione surreale, per cui uno scienziato-presidente è messo continuamente in minoranza" dal Cda. Un "dramma gestionale" le cui radici possono essere fatte risalire alla legge di riforma varata nel 2003, che ha creato le premesse per "uno scontro tra un gruppo compatto di sette consiglieri di esplicita nomina ministeriale da una parte e uno scienziato senza connotazione politica dall'altra".

La guerra tra Rubbia e quelli che definiva "il branco" era deflagrata per la nomina del direttore generale, che per legge avrebbe dovuto essere indicato dal presidente e votato dai sette consiglieri. "Si è giunti al punto di chiedermi - spiegava Rubbia - , avendo io presentato una rosa di cinque nominativi, di proporne invece una di sei, indicandomi ovviamente anche quale dovesse essere il sesto nome: quello che già avevano deciso dovesse occupare la carica di direttore generale". La versione dei consiglieri (nominati dai ministri dell'Università, dell'Ambiente e delle Attività Produttive) è radicalmente diversa. "Rubbia - raccontano - dopo aver già licenziato due direttori generali, ci proponeva di scegliere fra quattro ragazzini e un pensionato. In questo modo avrebbe continuato a decidere tutto da solo. Invece noi gli proponevamo di confermare nell'incarico Giovanni Lelli, ossia il facente funzioni che proprio Rubbia aveva nominato. Uno che sta all'Enea da oltre trent'anni e la conosce come le sue tasche".

In una situazione così incancrenita, con il presidente che si rivolge al Tar contro "il branco dei sette", gli strascichi anche personali sono pesanti. Claudio Regis, nominato nel Cda in quota Lega, non ha peli sulla lingua: "Nessuno mette in discussione le competenze di Rubbia sulle particelle, ma quando parla di ingegneria è un sonoro incompetente. Il suo progetto sul solare termodinamico, che ci è costato 48 milioni di euro, è un completo fallimento. Il centro prova di Casaccia si ferma 4 volte su 5". Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente e membro del Cda, è meno ruvido del leghista ma la sostanza è la stessa: "Le discussioni che abbiamo avuto con Rubbia non hanno nulla a che fare con le appartenenze partitiche. Un esempio? Il piano "Trade" per il trattamento dei rifiuti radioattivi voluto da Rubbia: cercavamo di capire il perché di un'operazione che avrebbe impiegato la gran parte delle risorse dell'Enea e dai documenti abbiamo scoperto che l'Italia avrebbe finanziato i ricercatori tedeschi e i francesi. Bell'affare davvero".

Un situazione insostenibile, insomma, che ha portato il governo ad azzerare nuovamente i vertici dell'Ente e nominare - su proposta di Claudio Scajola - Paganetto commissario straordinario con due vice: lo stesso Clini e il leghista Regis. "A una domanda precisa - commentava con ironia in serata l'ormai ex presidente - si è finalmente data una risposta precisa. Ringrazio il governo per la chiarezza delle sue scelte".

(16 luglio 2005)

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matteo
Inviato il: Mercoledì, 14-Feb-2007, 14:47
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Ambiente: Rubbia consigliere del ministero dell'ambiente per le energie rinnovabili
Incontro tra Premio Nobel ed il Ministro. Spazio alle energie solari.


Una stretta di mano tra il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e il Premio Nobel Carlo Rubbia ha suggellato l’accordo: il professor Rubbia ha accettato l’offerta di diventare consulente del Ministro per le energie rinnovabili.

“Nelle prossime ore – ha detto il ministro al termine di un lungo incontro con il Premio Nobel – firmerò il decreto di nomina a consigliere del Ministro. Sono molto contento che il Professor Rubbia torni a collaborare con il Governo italiano. Ci darà un grande contributo per rilanciare e diffondere le nuove tecnologie nel settore delle rinnovabili. E Rubbia ha accettato proprio nella settimana dell’anniversario del Protocollo di Kyoto. È davvero una buona notizia. Vogliamo puntare decisamente sul solare per ripulire l’ambiente, salvare il clima e garantire all’Italia un’energia pulita e rinnovabile”.

Tra le priorità dell’impegno di Rubbia, vi è infatti la diffusione della tecnologia Archimede sul solare termodinamico e arrivare ad una proposta da presentare al mondo imprenditoriale italiano affinchè si affermi finalmente il solare nel nostro paese.

“Ringrazio il ministro Pecoraro – ha aggiunto il Professor Rubbia – oggi l’attività continua. L’Italia è il paese del sole, l’unica energia indigena che abbiamo e quindi è giusto utilizzarla, sviluppando una tecnologia di avanguardia capace anche di creare una collaborazione con gli altri paesi. È bene ricordare che le fonti fossili hanno gli anni contati e quindi dobbiamo guardare a forme diverse per il futuro che abbiano attenzione anche agli effetti ambientali Questa collaborazione è la strada giusta”.

Roma, 12 febbraio 2006

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