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> LA GERMANIA ED IL SOLARE TERMODINAMICO, ecco come la pensano i Tedeschi
 
Luca
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Energia solare dal deserto piuttosto che dal deserto in Germania: energia rinnovabile in un contesto trasporto-Europeo
da Rolf Hug
23.02.2007

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luoghi previsti per le centrali elettriche (energia solare concentrata; photovoltaics, alimentazione dell'acqua, biomassa ed energia geotermica. Linee elettriche a corrente continua ad alta tensione (linee rosse); Fonte: Millennio solare, TREC.

Se la temperatura globale aumentano dai cinque gradi puri “che il Sahara si concluderebbe a Berlino„, consulente in materia principale di clima del governo federale ed il direttore dell'istituto de Potsdam per ricerca sulle conseguenze climatiche, Joachim Schnellnhuber, avvertito riguardo al rapporto delle Nazioni Unite sul clima cambia il 2 febbraio 2007. Per evitare questa la cooperazione Trasporto-Mediterranea di energia rinnovabile (TREC) ha sviluppato una soluzione con cui la nostra elettricità può essere ottenuta in futuro dal deserto. TREC basa il relativo metodo su un'iniziativa del randello di Roma e non solo dà una risposta a che cosa è accadere quando il sole si regola sopra le forniture di petrolio del deserto (“la penombra nel deserto„ è l'ultimo libro dall'ex consulente in materia Matthew il R. Simmons di energia di George W. Bush). TREC, stabilito nel settembre 2003, sviluppato un concetto completo per energia, acqua e sicurezza di clima Europa, il Medio Oriente ed in Africa del Nord, in breve: EUMENA (Europa, Medio Oriente, Africa del Nord).

Le raccomandazioni ampie fatte da TREC sono basate sugli studi scientifici intrapresi dal centro tedesco per la corsa di spazio e di aeronautica (DLR) che dimostrano che i deserti dell'Africa e del Medio Oriente del Nord potrebbero trasformarsi in in una fonte permanente di energia pulita per i paesi di Europa dalla metà. del secolo 21, che le emissioni di gas della serra potrebbero essere ridotte del 70% e che l'energia nucleare può essere abbandonata

TREC considera l'alimentazione dell'elettricità del deserto nella rete europea come misura complementare e in nessun caso come alternativa all'utilizzazione delle risorse energetiche rinnovabili europee. L'alimentazione dal deserto è di accelerare la riduzione delle emissioni del CO2 del MENA dichiara come pure in Europa ed è aumentare la sicurezza di energia in UE dichiara in quale l'utilizzazione di energia rinnovabile ancora non è avanzata e - a lungo termine - è di condurre ad una riduzione dei tassi di elettricità. Poiché l'esecuzione del concetto occorrerà almeno due decadi, le misure politiche devono essere prese immediatamente e una struttura economica favorevole deve essere stabilita, TREC dà risalto a.

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omissis ...........
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Gli studi dimostrano la possibilità e gli alti rendimenti di elettricità

Due studi intrapresi dal centro tedesco per la corsa di spazio e di aeronautica (DLR) in 2005 e in 2006 dimostrano con i dati satellite-sostenuti che le centrali elettriche termiche solari possono generare l'elettricità sufficiente per riguardare la richiesta aumentante del MENA dichiara ed Europa utilizzando più meno di 0.3% delle zone del deserto di MENA. Ancora, l'acqua di mare può essere desalinated nel processo e l'acqua potabile così è prodotta. Complementato con le piante di energia del vento che possono, per esempio, trasformare i venti forti in Marocco del sud in elettricità, nuove prospettive di Passat per un rifornimento sicuro e climaticamente neutro di elettricità con le nuove dimensioni sono generati.

250 gigawatt-ore di elettricità ogni chilometro quadrato all'anno
I ricercatori Franz Trieb e Hans Müller-Steinhagen di DLR hanno calcolato che un'area di un chilometro quadrato nel deserto può produrre approssimativamente 250 gigawatt-ore di elettricità all'anno.

Ciò è 250 volte più di possono essere raccolti da un chilometro quadrato la biomassa ed ancora cinque volte di più di dalle piante di energia migliori del vento e dalle idro centrali elettriche.

Il concetto di DESERTEC non prevede la costruzione di alcune centrali elettriche gigantesche ma piuttosto per la costruzione di molti i blocchetti decentralizzati della centrale elettrica con la capienza tra compreso 50 e 200 Mw che sono sparsi fra il MENA dichiara.

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La Repubblica it
AMBIENTE
Uno studio commissionato dal governo di Berlino rilancia le potenzialità di questa tecnologia
Costruendo centrali nei deserti del Nordafrica si potrebbe dare un enorme aiuto all'Europa
Rapporto tedesco sull'energia solare
"Col termodinamico possibile autosufficienza"

Per l'Italia si tratta di uno schiaffo: Rubbia è tra i pionieri, ma è dovuto emigrare in Spagna


Simulazione grafica di una centrale a solare termodinamico
ROMA - L'Europa potrebbe ottenere entro il 2050 la quasi totalità del suo fabbisogno energetico da fonti pulite, senza ricorrere a combustibili fossili o al nucleare. A sostenerlo è un rapporto commissionato dal ministero dell'Ambiente tedesco. Lo studio, realizzato dai fisici Gerhard Knies e Franz Trieb, due membri del Trec, un consorzio di ricerca per la cooperazione tra Europa e paesi del bacino del Mediterraneo nello sviluppo delle fonti rinnovabili, sottolinea però che per raggiungere l'obiettivo è necessario puntare sul solare termodinamico, realizzando una serie di centrali nelle zone desertiche del Nordafrica e una rete elettrica a corrente continua.

"In un anno ogni chilometro quadrato di deserto - spiega Franz Trieb - riceve l'energia solare equivalente a un milione e mezzo di barili di petrolio. Moltiplicando questa potenzialità per le aree desertiche della Terra otteniamo un totale di energia pari a qualche migliaia di volte l'attuale consumo energetico mondiale. Questa energia può essere catturata usando degli specchi per concentrare la luce solare e trasformarla in calore".

Le centrali invocate dallo studio non utilizzano infatti i consueti pannelli fotovoltaici che siamo abituati ad associare all'energia solare, ma il sistema termodinamico. Grandi superfici coperte da specchi trasformano la luce del sole in calore che a sua volta riscalda ad altissime temperature (circa 400 gradi) un liquido o un gas che crea vapore in grado di mettere in moto delle turbine di tipo convenzionale.

Si tratta di un sistema che ha diversi vantaggi. Innanzitutto quello di poter continuare a produrre corrente anche nelle ore notturne grazie alla "forza d'inerzia" della sostanza riscaldata. I curatori dello studio sottolineano poi che queste centrali, se costruite nei pressi del mare, possono alimentare dei desalinatori in grado di fornire acqua con cui coltivare la terra all'ombra degli specchi.

I limiti del solare termodinamico sono invece legati alle grandi dimensioni richieste dagli impianti. Per questo motivo le possibilità di sviluppo nei paesi fortemente antropizzati come quelli europei è limitato, mentre nei deserti nordafricani avrebbero la loro collocazione ideale. Per i detrattori del solare questo è un ulteriore limite in quanto nel deserto l'energia non serve e trasportarla altrove è inefficiente. Tesi, quest'ultima, che Knies e Trieb nel loro studio negano seccamente.

"A differenza di quanto si ritiene comunemente - spiegano di due ricercatori - il progetto di alimentare l'Europa con questo tipo di tecnologia è assolutamente realizzabile e vantaggioso dal punto di vista economico. Grazie alle moderne linee di trasmissione a corrente continua ad alto voltaggio, solo il 3% circa della potenza va perduta per ogni 1000 chilometri di rete. Questo significa che si potrebbe portare questa energia dall'Africa del Nord a Londra con perdite del 10%, molto meno delle dispersioni tra il 50% e il 70% che hanno caratterizzato per molti anni la trasmissione delle centrali convenzionali a carbone".

"Considerando anche i costi di trasmissione - spiega ancora Trieb - abbiamo calcolato che per l'Europa l'energia solare sarebbe una delle forme di approvvigionamento più economiche". Senza contare i vantaggi politici e ambientali dello sganciarsi da fonti inquinanti e dal prezzo volatile come petrolio e gas naturale. Per questo il rapporto raccomanda ai paesi europei di avviare una collaborazione con gli stati dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente per creare insieme una rete elettrica ad alto voltaggio per la corrente continua per condividere insieme i vantaggi di una vasta produzione di energia pulita.

Il problema per realizzare questo ambizioso obiettivo è come al solito di volontà politica. Si tratta di credere in questo progetto, di sostenerlo e di finanziarlo. L'Italia in questo senso non ha assolutamente le carte in regola. Una buona parte della ricerca sul solare termodinamico è infatti "Made in Italy", grazie alle intuizioni del premio Nobel Carlo Rubbia. Quando si è trattato di passare da un prototipo realizzato nel centro Enea della Casaccia a uno su scala produttiva a Priolo, in Sicilia, la fiducia nel grande fisico è venuta però meno. Con il risultato che ora Rubbia si è trasferito in Spagna dove sta progettando una centrale nei pressi di Granada.
(27 novembre 2006)


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simulazione del progetto Archimede a Priolo in questo forum topic:
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