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> DICHIARAZIONE ISDE SULL’ENERGIA NUCLEARE
 
Luca
Inviato il: Lunedì, 30-Lug-2007, 19:53
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DICHIARAZIONE ISDE
SULL’ENERGIA NUCLEARE




L’International Society of Doctors for the Environment – ISDE (100.000 medici in 40 Paesi in tutto il mondo)

comprendendo che siamo potenzialmente prossimi ad un deficit di combustibili fossili (olio e gas) per il settore industriale, le abitazioni e i trasporti (1, 2, 3);

e che c’è bisogno urgente di ridurre l’uso di tutti i combustibili fossili a causa del loro impatto globale sul cambiamento del clima (4, 5, 6, 7, 8, 9);

avendo constatato la richiesta di alcuni settori dell’industria e di alcuni Governi di incrementare l’utilizzo dell’energia nucleare (fissione) (10, 11);

nonché il fatto ampiamente riportato che in alcuni Paesi sono già stati preparati i piani per la costruzione di nuove centrali nucleari (10, 12, 13);

notando altresì che:

l’Uranio, in quanto combustibile fossile, è una risorsa limitata e, secondo l’International Atomic Energy Authority (IAEA), in base all’attuale sfruttamento, le riserve saranno esaurite nell’arco di 85 anni (10, 14, 15, 16, 17);

la percentuale complessiva dell’energia mondiale prodotta dall'industria nucleare è attualmente di 2,1 – 2,5 % (16 % del rifornimento energetico) (10, 16, 19, 20, 21);

la costruzione di impianti energetici nucleari è lenta, economicamente costosa e dispersiva e sottrae finanziamenti allo sviluppo di fonti sicure di energia veramente sostenibili (16, 18, 19, 22, 23, 34);

la durata operativa dei reattori nucleari è più breve di quello che si pensa (in molti casi meno di 17 anni) e la disattivazione è pericolosa e dispendiosa e richiede lo smaltimento di molto materiale fortemente radioattivo (19);

l'estrazione mineraria ed il raffinamento dell’Uranio, data l’elevata presenza di carbonio, danneggiano l'ambiente (16, 22, 24);

le centrali elettriche nucleari, durante la loro attività, rilasciano materiale relativamente radioattivo nell’aria e nell’acqua (22, 23, 24, 25, 27);

gli impianti nucleari producono scorie fortemente radioattive che sono tutti altamente tossici a tempo indeterminato, in pratica (19, 23, 25, 26, 27, 33, 34);

non è stato ancora ideato un luogo sicuro a lungo termine per i rifiuti nucleari (26, 27, 28, 33);

una considerazione attenta del bilancio energetico indica che la costruzione di nuove centrali nucleari può solo marginalmente contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio, ed è improbabile che sia fattibile in un arco di tempo necessario a ridurre significativamente le emissioni del gas-serra (20, 23);

le organizzazioni che autorizzano e controllano le centrali nucleari – l’International Atomic Energy Authority (IAEA) e le varie autorità nazionali che concedono le licenze – sostengono fortemente l’energia nucleare ad uso commerciale, così da creare un conflitto di interesse anche considerevole (18);

l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), responsabile della protezione della salute dell’intera umanità, essendo contrattualmente legata alla IAEA non può effettivamente esporre o sottolineare i rischi dell’energia nucleare sulla salute (36);

ricordando che gli incidenti possono accadere in qualsiasi centrale nucleare, che le conseguenze possono essere devastanti e persistenti su grandi aree e per intere popolazioni (22, 23, 29, 34);

sapendo che il materiale fissile delle centrali nucleari può fornire materiale per le armi nucleari e può quindi promuovere la loro proliferazione (15, 27, 30);

ricordando che le statistiche esistenti dimostrano che la creazione di posti di lavoro è più grande e più ampiamente distribuita nell'industria dell’energia sostenibile (vento, acqua, biomasse ecc.) (15, 27, 31, 32);

INVITA - per ragioni inerenti la Salute così come per motivi sociali, economici e scientifici - i Governi e tutte le autorità competenti a:

cessare la costruzione di nuove centrali nucleari;

disattivare tutti gli impianti nucleari esistenti alla fine del loro ciclo naturale e proibire la rimessa a nuovo o il potenziamento delle attività;

aumentare le misure per il rendimento e il risparmio dell’energia;

promuovere urgentemente un mix di produzione di energia solare (termica e fotovoltaica), eolica, idroelettrica e dalle biomasse;

prevenire le guerre dovute alla diminuzione delle riserve di combustibile fossile e di uranio.

Dr. Philip Michael 1 Marzo 2007


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