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MatteoAdmin
Inviato il: Martedì, 17-Mar-2009, 20:21
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L’ENERGIA E L’AMBIENTE

Oggi, oltre l’80% dell’energia utilizzata nel mondo viene prodotta bruciando combustibili fossili, quali petrolio, carbone e metano. È ormai accertato che proprio negli impianti in cui si utilizzano combustibili fossili si generano quei gas inquinanti che, una volta immessi nell’atmosfera, danneggiano l’ambiente.

LE FONTI ENERGETICHE NEL MONDO
Petrolio.......................................... 38%
Carbone......................................... 24%
Gas................................................ 20%
Nucleare........................................... 6%
Idraulica ...........................................2%
Biomassa (legno, ecc.) .......................8%
Nuove rinnovabili (eolico, solare, ecc.) 2%


Perché lo sviluppo sostenibile
Lo sviluppo economico e l’aumento dei consumi che si sono avuti nel XX secolo, se da una parte hanno portato benessere per larghi strati della popolazione, dall’altra hanno creato pressioni sull’ambiente.
Problemi quali il deterioramento delle risorse, la perdita della biodiversità, la produzione di rifiuti, l’inquinamento prodotto dall’impiego dei combustibili fossili dimostrano che la questione ambientale ha una dimensione planetaria.
Ed è proprio per garantire la sopravvivenza del pianeta, assieme alla necessità di assicurare un più equo sviluppo sociale ed economico, che gli stati si sono impegnati a perseguire un modello di sviluppo sostenibile. Uno sviluppo, cioè, in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità alle generazioni future di soddisfare i loro.

Il protocollo di Kyoto
Autoveicoli, impianti di riscaldamento, centrali termoelettriche, inceneritori e industrie, emettono nell’atmosfera elevate quantità di gas inquinanti. Si generano così fenomeni come lo smog fotochimico e le piogge acide che interessano le città e le zone industriali, e fenomeni che invece si ripercuotono su tutto il pianeta come l’aumento dell’effetto serra e i possibili cambiamenti climatici.
Per fronteggiare i possibili cambiamenti climatici dovuti all’aumento dell’effetto serra, nel 1997, i paesi industrializzati responsabili di oltre il 70% delle emissioni di gas serra, hanno definito un protocollo, il protocollo di Kyoto, che stabilisce tempi ed entità della riduzione delle emissioni di gas serra e individua esplicitamente le politiche e le azioni operative che si dovranno sviluppare.


I gas di cui bisogna ridurre le emissioni sono:
• l’anidride carbonica, prodotta dall’impiego dei combustibili fossili in tutte le attività
generiche industriali, oltreché nei trasporti;
• il protossido di azoto, gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi e l’esafloruro di zolfo
impiegati nelle industrie chimiche manifatturiere;
• il metano, prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso.

Le politiche e le azioni operative che si dovranno sviluppare per ridurre le emissioni sono:
• migliorare l’efficienza tecnologica e ridurre i consumi energetici nel settore termoelettrico, nel settore dei trasporti e in quello abitativo e industriale;
• promuovere azioni di riforestazione per incrementare le capacità del pianeta di assorbimento dei gas serra;
• promuovere forme di gestione sostenibile di produzione agricola;
• incentivare la ricerca, lo sviluppo e l’uso di nuove fonti di energie rinnovabili;
• limitare e ridurre le emissioni di metano dalle discariche di rifiuti e dagli altri settori energetici;
• applicare misure fiscali appropriate per disincentivare le emissioni di gas serra.

Uno degli strumenti individuati per realizzare questo obiettivo è l’uso più esteso delle fonti rinnovabili di energia, in quanto sono in grado di garantire un impatto ambientale più contenuto di quello prodotto dalle fonti fossili.
Tra le fonti rinnovabili, l’impiego dell’energia eolica per la produzione di energia elettrica è ormai una realtà consolidata, e rappresenta un caso di successo tra le nuove fonti rinnovabili.

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MatteoAdmin
Inviato il: Martedì, 17-Mar-2009, 20:28
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LE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
Le fonti “rinnovabili” di energia sono quelle fonti che, a differenza dei combustibili fossili e nucleari destinati ad esaurirsi in un tempo definito, possono essere considerate inesauribili.
Sono fonti rinnovabili di energia l’energia solare e quelle che da essa derivano: l’energia idraulica, del vento, delle biomasse, delle onde e delle correnti, ma anche l’energia geotermica, l’energia dissipata sulle coste dalle maree e i rifiuti industriali e urbani.
Con opportune tecnologie è possibile convertire queste fonti in energia termica, elettrica, meccanica o chimica.

LE CARATTERISTICHE
Le fonti rinnovabili di energia possiedono due caratteristiche fondamentali che rendono auspicabile un loro maggior impiego.
La prima consiste nel fatto che esse rinnovano la loro disponibilità in tempi estremamente brevi: si va dalla disponibilità continua nel caso dell’uso dell’energia solare, ad alcuni anni nel caso delle biomasse.
L’altra è che, a differenza dei combustibili fossili, il loro utilizzo produce un inquinamento ambientale del tutto trascurabile.
Esistono comunque alcuni limiti che ne ostacolano il pieno impiego.
Le fonti rinnovabili, e tra esse soprattutto l’eolico e il solare, forniscono energia in modo intermittente.
Questo significa che il loro utilizzo può contribuire a ridurre i consumi di combustibile nelle centrali convenzionali, ma non può sostituirle completamente.
Inoltre, per produrre quantità significative di energia, spesso è necessario impegnare rilevanti estensioni di territorio. Tuttavia va ricordato che ciò non provoca effetti irreversibili sull’ambiente e che il ripristino delle aree utilizzate non ha costi eccessivi.

PERCHÉ LE FONTI RINNOVABILI
Il bisogno di trovare rapidamente fonti di energia alternative ai combustibili fossili nasque in seguito alla crisi economica del 1973, quando i Paesi arabi produttori di petrolio aumentarono improvvisamente il suo prezzo; di conseguenza aumentò il prezzo della benzina, dei combustibili per il riscaldamento e dell’energia elettrica.
Contemporaneamente nel mondo della ricerca crebbe la consapevolezza della esauribilità dei combustibili fossili.

Fu allora che per la prima volta si diffusero i termini di risorse “alternative” e “rinnovabili”; alternative all’idea che l’energia potesse prodursi solo facendo bruciare qualcosa, e rinnovabili nel senso che, almeno virtualmente, non si potessero mai esaurire.
Oggi, l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia è ormai una realtà consolidata e il loro impiego per la produzione di energia è in continuo aumento.
Questo è reso possibile non solo dal continuo sviluppo tecnologico, ma soprattutto perché gli Stati hanno attribuito a tali fonti un ruolo sempre più strategico nelle scelte di politica energetica, sia nel tentativo di ridurre la dipendenza economica e politica dai paesi fornitori di combustibili fossili, sia per far fronte alla loro esauribilità e alle diverse emergenze ambientali.
Un ulteriore incentivo all’impiego delle fonti rinnovabili viene dalle ricadute occupazionali, soprattutto a livello locale, legate alla produzione di energia con fonti disponibili sul territorio nazionale.
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