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Pianeta Paradiso > LETTURE > L'ELOGIO DELLA MATEMATICA - Lettura |
Inviato da: MatteoAdmin il Mercoledì, 20-Ago-2008, 16:12 |
L’elogio della matematica Alessandro Padoa Pinerolo 28 marzo 1908 “Mentre affermo, come ora faccio, che nessuna scienza mi sembra più utile, più bella e più facile della matematica, quei tali (quelli che ostentano disprezzo per la matematica), forse commentano argutamente questi tre aggettivi, così: Utile? E quale professore non ritiene utile più di altra la dottrina che egli insegna? Bella? Bello è quel che piace e, se la matematica piace a lei, non piace a noi. Facile? Questo poi rasenta la canzonatura! No, no; io non ischerzo. E poiché nulla più del dogmatismo è ripugnante a chi abbia la mente esercitata alle indagini scientifiche, io non voglio imporre a que’ tali la mia opinione desidero soltanto aiutarli a informarsene una conforme alla mia. “Ho detto che la matematica è più facile di ogni altra scienza. Ed invero: quale altra scienza si occupa di verità più elementari, poiché essa non ne presuppone alcun’altra, mentre ogni altra presuppone la matematica? In quale altra scienza le argomentazioni sono altrettanto convincenti ed esaurienti? Quale altra scienza conduce a risultati più sicuri e più agevolmente controllabili? “E’ appunto la facilità e l’immediatezza della verifica che, dando autorità critica decisiva anche ai più ignari, rende impossibile ogni frode. Invero, mentre un matematico ciarlatano può essere messo con le spalle al muro da uno anche non molto esperto, soltanto un dotto può riuscire a confondere, se pur vi riesce, un presuntuoso che si vanti competente in questioni politiche od economiche, filosofiche ed artistiche, tanto è vero che, quando due discutono di argomenti siffatti, quasi sempre accade di udir sostenere risolutamente dagli avversari opinioni, nonché diverse, contraddicentesi, senza che alcuno riesca a provare luminosamente la verità della propria; tanto è vero che, mentre il tempo fece giustizia di psicologici e moralisti, filosofi e giureconsulti ch’ebbero grandissima e immeritata fama, la storia non registra, ch’io sappia, un solo esempio di matematici il cui nome già glorioso, sia divenuto oscuro nel volgere dei secoli. |