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> PATAGONIA VACANZE CULTURA E NATURA STRABILIANTE, PatagoniaSchool spagnolo natura x tutti
 
Luca
Inviato il: Sabato, 12-Apr-2008, 19:22
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"PATAGONIA SCHOOL"
ISTITUTO PRIVATO DI LINGUA SPAGNOLA

per una vacanza culturale immersa in una natura stupefacente,
offre corsi di spagnolo a tutti i livelli, durata da 1 a 16 settimane
, vedi post più avanti

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Mountain Lake past Bariloche
sopra un'immagine dello scenario in cui è immersa la "PatagoniaShool".

Patagonia Regione dell’America meridionale, situata nella sezione meridionale dell'Argentina e delimitata a ovest dalle Ande e a nord dal corso del Rio Colorado. Dal punto di vista amministrativo è suddivisa nelle province di Chubut, Neuquén, Rio Negro, Santa Cruz e Tierra del Fuego. Con una superficie di 670.000 km², la regione comprende anche la parte orientale dell’arcipelago della Terra del Fuoco.

In Patagonia, esposta ai forti venti oceanici, le precipitazioni sono scarse e le escursioni termiche elevate. Il territorio della regione è quindi caratterizzato da un vasto tavolato arido dominato dalla steppa, le cui altitudini sono comprese tra i 2.000 e i 4.000 metri, digradante verso l'oceano Atlantico dove la costa è incisa da golfi ampi e profondi, quali il golfo San Matías e il golfo San Jorge. Tributari dell'Atlantico sono i fiumi che, scendendo dai rilievi andini, attraversano la regione: oltre al Rio Colorado, il Rio Negro, il Chubut, il Rio Deseado e il Rio Chico.

La popolazione della regione è occupata prevalentemente nell'allevamento di ovini e nella produzione di lana; un'altra risorsa economica di rilievo è costituita da giacimenti di petrolio e di gas naturale.

Il primo esploratore europeo a visitare la regione fu il portoghese Ferdinando Magellano nel 1520, ma i primi insediamenti risalgono al 1880; l'anno successivo fu stabilita la spartizione definitiva della Patagonia fra Argentina e Cile.

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San Martín de los Andes

altre immagini dalla Patagonia
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Luca
Inviato il: Sabato, 12-Apr-2008, 19:24
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Patagonia di ghiacci e di vento

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L'emozioni del Perito Moreno e del Canale di Beagle
LUCA FIOR
In questa lunga estate australe per colpa dell'effetto serra ha perso 14 centimetri di spessore, ma il fronte del Perito Moreno, il piu celebre dei ghiacciai patagonici, resta sempre una piccola fanteria di bianchi soldati schierati sulle acque azzurre del lago Argentino. Proprio adesso che in Sudamerica e arrivato l'autunno, si assiste allo spettacolare brindisi del ghiaccio che si scioglie, le sculture, quei pinnacoli di colore blu scricchiolano, emettendo una sinfonia come di bicchieri in cristallo che si sfiorano. Tanto che camminare sul Perito Moreno da' la sensazione di passeggiare sulle uova. Brividi di emozione che si provano anche quando ci si cala a bordo di gommoni in quella ragnatela d'acque e ghiaccio che sono il Canale di Beagle e lo Stretto di Magellano, tra Punta Arenas e Ushuaia. Si fa lo slalom tra i tasselli di ghiaccio dalle forme bizzarre alla deriva dopo essersi staccati dai ghiacciai Pia e Marinelli, tenendo pronto il binocolo per avvistare le colonie di elefanti marini e soprattutto i pinguini. Come scolaretti intenti nei loro giochi, sembrano non dare importanza a questi turisti incappucciati che sbarcano sulla spiaggia di Ainsworth Bay e li osservano incantati. Sono migliaia e migliaia questi "pesci-uccelli", che fanno un baccano infernale. Chissa cosa si staranno dicendo in questo preciso momento! La sera, tornati sulle navi rompighiaccio che attraversano lo stretto, si assiste allo spettacolo delle stelle e della luna che illuminano i ghiacciai. Eppure il vero signore della Patagonia, questa landa sterminata, estrema del mondo che si estende tra Argentina e Cile per oltre un milione di chilometri quadrati, sotto il 40º parallelo sino a gettarsi nell'oceano antartico, non sono né i ghiacci né i pinguini, bensi il vento. Che decide i tuoi movimenti, spazza le case in lamiera, solleva le automobili quando fa le bizze, violenta quegli arbusti ispidi che sono l'unica macchia verde ammessa in questo deserto abitato solo da pecore e avventurosi allevatori. Oltre che da impavidi marinai. Una terra di frontiera e uomini solitari, che raccontano storie nei bar biliardo di Punta Arenas, una delle tante cittadine sorte intorno alle colonie penali create quaggiu per scoraggiare assassini e ladruncol dal perpetrare nuovi delitti. A Punta Arenas non c'è molto da fare, salvo sbirciare nelle sale del palazzo Braun-Menéndez, adesso Museo Regional de Magallanes che racconta l'avventurosa storia della colonizzazione ispanica. Oppure entrare al Mayorino Borgatello per rendersi conto quanto siano strani gli animali della Patagonia. Ma in fondo il vero fascino di questa cittadina, l'ultima del Cile, sta nelle fasce della sua gente "schiacciate" dal vento e dal freddo, dove ogni ruga e la tacca di un altro inverno superato. E da qui, in automobile, si puo prendersi verso Nord - la strada e una sola - verso Puerto Natales, per poi deviare verso il Parque Nacional Torres del Paine. Ma prima bisogna avere il... coraggio di entrare nell'immenso antro cavernicolo della Cueva del Milodón. Anche Bruce Chatwin ebbe un po' di timore prima di varcare la soglia, il bradipo preistorico più grande di un mammuth potrebbe esistere davvero...Ma oltre alle sue sono da leggere su queste lande alla fine del mondo le pagine di Sepulveda e di Coloane. Nel Parque Nacional Torres del Paine, 250 mila ettari di paradiso tra il Campo de Hielo Patagonico Sur e il Seno Ultima Speranza, una matrioska di laghetti azzurri e smeraldo in cui si specchiano le sagome grige e rossastre della Cordillera Andina. Alla Laguna Azul vanno ad abbeverarsi i cavalli bianchi e planano i condor a caccia di volpi dalla coda grigia. Facendo trekking si scoprono sorgenti e cascate, si sfiorano le nuvole che solo qui sono tanto basse, e ci si imbatte nei guanaghi della Laguna Amarga. Il cammino piu spettacolare e quello che dall’Hosteria Las Torres in quasi tre ore conduce sin quasi a ridosso dei Cuernos del Paine, una mano di granito che indica il cielo con le sue dita riflesse sul lago Nordenskjöld.
fonte:
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